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Convegni ATI - Accesso riservato soci CTI

La caratterizzazione energetica degli edifici esistenti

Pubblicazione


Autore: G. Moncada Lo Giudice

Collana: CA - 49 - Perugia 1994

Note:
Negli ultimi anni si e' avuta la netta sensazione di una presa di coscienza, non solo degli addetti ai lavori ma anche del corpo sociale, circa la necessita' di un uso corretto delle risorse energetiche e cio' sia per evidenti ragioni di carattere economico, che per evitare il danno irreversibile che un inquinamento incontrollato provoca sull'ambiente. Nel nostro Paese, in particolare, alcune leggi con i relativi regolamenti di attuazione, che qui sembra superfluo citare, nonche una attivita' normativa condotta sia in sede nazionale che europea con una certa vivacita', possono probabilmente spiegare questo meritorio atteggiamento. Espressioni come: "gestione efficiente di un edificio e degli impianti ad esso associati al fine di ottenere riduzione dei consumi e dei costi", oppure: "qualita' globale di un edificio" od anche, per i piu' informati: "energy building management" sono ormai entrate nel limguaggio comune. E' anche universalmente accettato il principio che la gestione energetica di un edificio deve sempre piu' diventare una gestione prestazionale orientata al raggiungimento del comfort ambientale, dell'affidabilita', della sicurezza, ecc. Come sovente accade quando dopo anni di disattenzione un problema viene posto sul tappeto con urgenze talora drammatiche, la traduzione operativa delle buone intenzioni si rileva piu' difficile di quanto si possa pensare. Per restare nell'argomento che ci si e' proposti di trattare: la caratterizzazione energetica di un edificio, si deve per esempio lamentare l'attribuzione di significati diversi ad uno stesso termine, spesso dovuta a frettolose traduzioni di termini stranieri (penso ad esempio a technical writing). Non va poi sottaciuta, nonostante le ripetute affermazioni di principio espresse in tutti i Convegni, la sostanziale mancanza di globalita' d'approccio al problema. La conclamata compartecipazione di soggetti (dall'utente, al costruttore, al gestore e perche' no al finanziatore) sovente si arresta nell'ambito delle buone intenzioni, piu' che a quello di una vera e propria operativita' tra i vari livelli, da quello strategico-programmatico a quello realizzativo. Infine, sembra evidente la difficolta' di reperire risorse umane ed economiche veramente adeguate per affrontare in modo corretto i problemi di carattere gestionale. Ne' si puo' dimenticare la normativa, senza la quale financo il processo di integrazione europea potrebbe subire seri ritardi. Certo dal principio del secolo ad oggi il concetto di normazione, come scrive Elias, ha subito una sensibile evoluzione. Non si parla piu' di sole norme, ma di specifiche tecniche, di codici di pratica, e addirittura di regole tecniche corredate, o meno, da guide atte ad indicare i criteri per conformarsi ai requisiti degli stessi regolamenti. Pure, in un settore tanto importante e in cosi' grande fermento non puo' dimenticarsi la risposta negativa data recentemente dal Regno Unito ad una inchiesta CEN su un rapporto di norme ISO riguardanti i valori dei coefficienti termici per i materiali impiegati nell'isolamento dei fabbricati. La frase che si vuole citare suonava pressapoco cosi': " le norme dovrebbero essere scritte non come un trattato scientifico, ma sotto forma di un doocumento pratico da poter essere impiegato facilmente nel lavoro guotidiano di tutti". Mi sembra che la frase non richieda commenti.


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