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Scelti per voi: phishing per la CO2

PHISHING PER LE QUOTE DI CO2
Anche il mercato delle quote di diossido di carbonio entra nel mirino delle truffe online. E’ quanto riporta il Sole 24 Ore che riferisce di un primo tentativo inedito di truffa in questo settore. Un segnale che conferma ancora una volta come il mercato delle quote CO2 sia diventato un vero mercato, rischi compresi. Ricordiamo anche che dal 1 dicembre è chiusa la Borsa delle emissioni della CO2. L’articolo, del quale riproduciamo una parte, è 15 dicembre 2010 ed è firmato da Jacopo Giliberto
« Furto d'identità anche per la CO2
Tutto si può rubare. Anche le quote di emissione della CO2. Compare anche in Italia il fenomeno del "phishing" dei conti espressi non in euro bensì in tonnellate di anidride carbonica. Dopo le truffe carosello sull'Iva dei titoli di emissione, è l'ora del furto delle quote. Anche in Italia.
Il "phishing" è il tentativo di furto elettronico delle identità riservate (nome cliente e password) in modo da ripulirne il conto. È quel fenomeno che ognuno conosce per quelle email che sembrano spedite dalle banche e scritte spesso in un italiano affaticato. […]
Lo stesso accade con i conti di gestione delle quote europee di anidride carbonica. È successo in Germania e in Romania: ne sa qualcosa la multinazionale del cemento Holcim, che per via delle sue emissioni deve operare sul mercato europeo degli scambi di CO2 e cui sono stati involati diritti per un valore sui 23-25 milioni di euro. Parte del bottino ecologico era finito in Italia.
Si ripete anche in Italia. Ieri un'azienda milanese del mercato della CO2 ha ricevuto una lettera. Falsa. […] La lettera, bella carta intestata, invita a inserire le credenziali del conto ambientale in un sito web molto serio e credibile.
Qualche dettaglio sul caso della Holcim in Romania: secondo l'agenzia specializzata Point Carbon, a fine novembre dal conto aperto dal gruppo cementiero nel registro romeno delle emissioni erano spariti 1,6 milioni di unità di anidride carbonica. La polizia di Bucarest ha aperto un'inchiesta. Un milione di tonnellate era stato trasferito in un conto ambientale nel Lichtenstein, e da lì (pare) a Praga, Parigi e Londra. Altre 600mila tonnellate sono state inseguite e rintracciate nel conto di una società italiana con account nei registri nazionali di emissione in Italia e Inghilterra. […]»



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