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Scelti per voi: LA COMMISSIONE AMBIENTE DEL SENATO PER I CERTIFICATI VERDI

LA COMMISSIONE AMBIENTE DEL SENATO PER I CERTIFICATI VERDI
La Commissione ambiente del Senato ha chiesto a Governo e maggioranza di rivedere l’azzeramento del sistema dei Certificati Verdi previsto dalla legge Finanziaria.
Un articolo di Casa & Clima (www.casaeclima.com) riferisce quanto avvenuto in Commissione: “Chiesto al Governo lo stralcio dalla Finanziaria dell'art. 45 che elimina l'obbligo di ritiro dei Certificati Verdi.
La commissione ambiente del Senato, accogliendo le proposte del Pd, chiede a Governo e maggioranza di togliere dalla Finanziaria l'art. 45 che azzera il meccanismo dei certificati verdi per le fonti di energia rinnovabili.
L'articolo 45 della Manovra (decreto legge 78/2010) prevede la cancellazione dell'obbligo da parte del Gestore Servizi Energetici (GSE) di riacquistare i certificati verdi in eccesso rispetto ai target previsti per i produttori. L'abolizione dell'obbligo di ritiro ha sollevato molti dubbi tra gli operatori del settore ma anche a livello confindustriale non ha trovato sostenitori: "Crea dei problemi", ha denunciato la Marcegaglia, auspicando che "nella manovra di settembre la misura sull'acquisto dei certificati verdi ci sia".
L'obbligo di ritiro consentiva di mantenere in equilibrio il prezzo dei certificati verdi, ma la sua eliminazione metterebbe a rischio gli investimenti già effettuati e quelli futuri, e andrebbero persi moltissimi posti di lavoro nel settore delle rinnovabili.
"L'articolo 45 sui Certificati Verdi - spiegano i senatori PD Della Seta e Ferrante - contenuto nella manovra finanziaria, che ha causato la levata di scudi di migliaia di aziende in Italia e la contrarietà di Confindustria, ridurrebbe per i consumatori finali una spesa che è attualmente di circa 500 milioni di euro. Il dato va considerato come il trampolino di lancio grazie al quale un intero settore, quello delle rinnovabili, è riuscito ad andare in controtendenza nei mesi difficilissimi di questa congiuntura economica, con investimenti pari a 4,5 miliardi di euro".
Più meditato il parere di Cogena, associazione delle aziende operanti nella cogenerazione che, pur ritenendo che la cancellazione dell'art.45 sia necessaria per non destabilizzare un mercato, ritiene però che l'articolo in questione abbia ottenuto un importante risultato: evidenziare l'esistenza dell'eccesso di offerta di un regime di sostegno - i certificati verdi - il cui valore si è deprezzato nel tempo e che ha richiesto, nel 2008, una serie di interventi finalizzati a stabilizzare il mercato.
Il vero problema per l'associazione non è dunque l'obbligo di ritiro dell'eccesso di offerta, ma la causa che ha determinato questo eccesso, il quale ha finito per penalizzare i produttori "veri" di energia da fonti rinnovabili ed i consumatori finali”.

 



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