Scelti per voi: BIOETANOLO DALLE BIOMASSE

BIOETANOLO DALLE BIOMASSE.

La ricerca sul bioetanolo di seconda generazione prosegue e l’Italia ha un ruolo da protagonista. Un lancio di agenzia dell’Agi del 31 maggio testimonia quanto sia grande l’attenzione su questo comparto: “Energia: Enea, da trasformazione biomasse sviluppo biocarburanti” è il titolo che viene dato.
Il tono dell’articolo è particolarmente ottimista: “Il bioetanolo di seconda generazione, lungamente atteso a livello industriale nel campo dei biocarburanti, sarà  finalmente una realtà. E’ stata ufficialmente presentata oggi all’Enea, la tecnologia HYST, sviluppata dall’ingegnere italiano Umberto Manola che consentirà di trasformare le biomasse residue delle attività agricole (paglia, legno, e scarti vegetali in genere) e gli scarti dell’industria agroalimentare (sansa, vinacce, pastazzo, eccetera), in matrici ricche di amido e destrine, facilmente fermentabili ad etanolo, con costi e consumi energetici estremamente ridotti e senza alcun impatto ambientale. ‘La tecnologia - ha affermato Vito Pignatelli, responsabile del Gruppo Sistemi Vegetali per Prodotti Industriali dell’Enea - è nata per l’applicazione all’industria molitoria e per la valorizzazione delle diverse uscite e risultanze destinate all’alimentazione umana e zootecnica. D’altra parte, i componenti come la cellulosa e la lignina, non utili ai fini alimentari, sono estremamente interessanti per la possibilità di utilizzo a fini energetici per la produzione dei cosiddetti bioetanoli di seconda generazione’”.
Una scoperta che testimonia in ogni caso come le biomasse abbiamo sempre di più le potenzialità per rappresentare un importante fattore di reddito nel rispetto dei vincoli ambientali.